ANALOGIE E SCULTURA, 2010: UN MANTRA PER CONFRONTARSI CON IL MONDO ‘REALE’
Marina Fokidis
Nell’era moderna “l’archivio” – sia ufficiale che personale – sembra essere diventato il mezzo più importante mediante il quale si raccolgono, si conservano e soprattutto si recuperano il sapere e la memoria storica. Tracce e testimonianze di ogni genere, attribuite anche a eventi come la Seconda Guerra Mondiale o la caduta del comunismo, ad esempio, hanno dato il la a una riconsiderazione dell’autorevolezza della “verità storica” (nel suo senso più stretto).
M.Fokidis, Luca Pignatelli – Sculture/Analogie, Galleria Poggiali e Forconi, Firenze, A. Mosca Mondadori Editore Milano, 2010
“Il sogno”, scrive Gaston Bachelard, “nasce dall’animus, la rêverie dall’anima. Il dramma della rêverie, senza accadimenti o storia, ci dà il vero riposo, il riposo del femminile”. Mentre il sogno è “contraddistinto dagli accenti duri del mascolino”, l’“essenza” della rêverie è femminile. Spingiamoci oltre: il sogno è duro perché si confronta con il reale, che è duro, con la speranza di trasformarlo in qualcosa di malleabile e flessibile, così da poterlo rimodellare a propria misura. Il reale resiste all’assimilazione, ma il sogno lo spezza in frammenti d’immagine che è possibile manipolare a piacere, creando l’illusione di padroneggiare la realtà.
È un uomo affabile Luca Pignatelli, 52 anni, nato a Milano, figlio dello scultore Ercole Pignatelli, tra gli artisti italiani più noti e apprezzati nel mondo: un uomo affabile e anche molto sorridente. Un artista che conosce la sua strada ed è consapevole del suo lavoro. Oggi, al museo di Capodimonte di Napoli apre una sua mostra molto importante, che si potrà visitare fino alla fine di luglio.
Roberto Cotroneo, Sette - Corriere della Sera, 09-05-2014